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Pubblicare o no sul giornale i risultati dei ragazzi?

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Un sondaggio per i nostri visitatori

25.10.2012 – Dopo aver letto nei giorni scorsi sul quotidiano “Il Trentino” la lettera al Direttore e la conseguente risposta che riportiamo sotto, abbiamo pensato di proporvi il sondaggio che trovate nella parte destra della pagina…anche perché è un argomento sul quale abbiamo discusso più volte in società.

CALCIO ED EDUCAZIONE Pubblicare o no i risultati dei ragazzi?
Egregio direttore, le scrivo per fare una critica al suo giornale dopo aver letto, con sorpresa, nelle pagine del quotidiano del lunedì riservate allo Sport, i risultati con relative classifiche dei campionati provinciali categoria Esordienti (10-12 anni). Premetto che sono un allenatore di questa categoria e non faccio questa critica solo perché la mia squadra è ultima in classifica ma avrei scritto ugualmente anche se ci trovassimo al primo posto. Credo sia assolutamente diseducativo nell’ ambito della disciplina sportiva in questa età, creare una competizione e un agonismo da risultati. I giovani Esordienti hanno bisogno di divertirsi, di stare in gruppo, di imparare le basi secondo un percorso tecnico e crescere attraverso un processo sportivo di maturazione psico-fisico in un ambiente sano e sereno. La competitività e l’agonismo da risultati subentra in un secondo momento quando il giovane calciatore è diventato un atleta maturo. É chiaro, e ne sono consapevole, che per i giovani Esordienti è importante vincere (fa parte dello sport, ci mancherebbe!) perché la vittoria dà fiducia, gioia, lì fa sentire bene, ma tutto finisce subito dopo la partita, il ragazzo tende a dimenticarsi la vittoria o la sconfitta perché già proiettato al prossimo impegno; la scuola o altra attività. Sarebbe meglio che i genitori a casa non parlassero solo di risultati, di gol fatti e gol subiti, ma anche e soprattutto dell’ impegno, del comportamento e del divertimento che i propri figli hanno avuto. La pubblicazione delle classifiche sul vostro giornale secondo me è un errore, non tanto per i giovani calciatori (in pochi leggono i quotidiani) ma per molti genitori e alcuni allenatori che traggono soddisfazioni o meno da quei numeri pubblicati dimenticando l’ importanza del lavoro di formazione svolto durante gli allenamenti settimanali e l’ aspetto ludico ed educativo di questo sport a favore dei ragazzi di 10-12 anni. Ne abbiamo sentiti casi a livello professionistico di doping, scommesse ecc. legati ai risultati; è un rischio far crescere i nostri ragazzi con la mentalità di “chi vince è superiore” e “chi perde è un fallito”. Mi piace ricordare una frase di un nostro vecchio allenatore degli anni 70/80, che purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere, che amava ricordare: non bisogna essere dei piccoli fenomeni del calcio per giocare nella mia squadra, ma è importante essere soprattutto educati, rispettosi dei vostri compagni e cosa ancor più difficile, dei vostri avversari! Le classifiche lasciamole alle squadre più grandi e teniamoci l’ aspetto ludico, educativo e di formazione tecnica dei nostri piccoli campioni!
Devis Beatrici

La risposta del Direttore:
Mi aspettavo i suoi complimenti, in verità. Per una serie di ragioni. La prima: abbiamo deciso di dedicare un grande spazio e una grande attenzione a partite e a campionati che possono sembrare minori e che invece – come anche questa sua lettera dimostra – suscitano molto interesse e molta curiosità. La seconda: nel calcio esiste la porta e vince chi mette il pallone in porta. Se volete evitare di vincere, di perdere o di finire in vetta o in coda ad una classifica cambiate non solo il regolamento, ma anche l’essenza dello sport, che è bello anche perché insegna a vivere, a soffrire, a rialzarsi, a ridimensionare una sconfitta e a dare il giusto peso ad una vittoria. Noi, con quegli articoli e quelle classifiche, raccontiamo la bellezza e la magia dello sport. La terza: sull’educazione dovrei scrivere una pagina, soprattutto dopo aver visto sugli spalti alcuni genitori (dovrebbero essere loro gli educatori, giusto?) e in panchina più di un allenatore. Ma mi trattengo. Perché i ragazzini in campo sono spesso migliori di noi, adulti sempre pronti a caricarli di ogni frustrazione. Mi perdoni, ma mi pare che nella sua lettera ci sia un concentrato di demagogia al contrario: lo sport educa proprio al rispetto, al gioco, alla crescita e chi è educato a questo sa benissimo che il fallimento (che purtroppo fa parte della vita) è ben altra cosa da una sconfitta. Chiedermi di non pubblicare una classifica è legittimo. Ma allora io le devo chiedere di giocare senza porte e senza palloni.

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